Attività motoria e/o Psicomotricità
Possono essere svolti degli interventi coordinati di psicomotricità o
di attività motorie mirate, tesi al recupero degli schemi motori di base
ed alla strutturazione dello schema corporeo.
Uno schema corporeo inteso come un quadro mentale del nostro corpo, cioè
il modo in cui il corpo appare a noi stessi, coscienza delle parti dell’unicità
dell'insieme; immagine del corpo che può essere considerata come una
intuizione di insieme o una conoscenza immediata che si ha del proprio corpo,
sia in posizione statica che dinamica, in rapporto alle diverse parti fra loro,
e soprattutto nei rapporti con lo spazio, il tempo e gli oggetti che lo circondano.
E dando una lettura a diversi autori possiamo dire che uno schema corporeo incerto
o mal strutturato può determinare deficit sia sul piano della percezione,
con una carenza nella percezione spazio-temporale, che su quello della motricità,
con manifestazioni di goffaggine e scarsa coordinazione. A ciò si possono
unire disturbi nella relazione con l'altro dovuti a insicurezza e turbe affettive.
E nella pratica della vita quotidiana, nell'autonomia personale, come, pure,
delle attività di orientamento e mobilità lo schema corporeo è
da ritenersi basilare.
Ma la formazione di uno schema corporeo senza stimoli visivi e feedback visivi
risulta più problematica. Necessita di movimento mirato e di sperimentazione
adeguata della realtà circostante. Per questo le proposte sono adeguatamente
calibrate e cercano di rispondere con gradualità alle esigenze di formazione
che il ragazzo con problemi visivi ha; ma gli offrono anche la possibilità
di condividere, se pur con le naturali differenze, queste esigenze con quelle
degli altri.
Si rivela quindi avente un carattere interdisciplinare in costante collegamento
con i processi di crescita, organizzando i quali favorisce un normale sviluppo
delle categorie di pensiero necessarie agli apprendimenti.
Oltre a ciò possiamo avere il potenziamento degli organi sensoriali residui;
sia per facilitare apprendimenti motori globali e rendere il paziente più
reattivo agli stimoli esterni, sia per cercare di arricchire e sviluppare, con
continue sollecitazioni, la percezione del proprio corpo, dello spazio, del
tempo, degli altri e degli oggetti.